Le Processioni della Settimana Santa in Penisola
di Annalisa Mazzarella
Con quest’altro articolo vi voglio raccontare la storia e le origini delle Processioni della Settimana Santa in Penisola Sorrentina.
Purtroppo anche quest'anno, per il secondo anno consecutivo, sarà una Settimana Santa surreale senza le tradizionali Processioni che rievocano la Passione e Morte di Gesù. Le normative anti Covid impediscono ai fedeli di svolgere le normali celebrazioni previste per il periodo di Pasqua.
La Penisola Sorrentina è ricca di tradizioni molto antiche tra queste ci sono le Sacre rappresentazioni ispirate alla Passione e Morte di Gesù.
Non si conosce con esattezza l’origine delle processioni, anticamente era consuetudine delle Confraternite di andare in processione, cantando salmi di penitenza nel Giovedì Santo e di visitare gli Altari della Reposizione o “Sepolcri” allestiti nelle chiese e nei monasteri cittadini che per l’occasione restavano aperti tutta la notte, il corteo era rappresentato dai Confratelli vestiti in modo semplice e in processione veniva portata solo una croce spoglia posta tra due lance e con fiaccole illuminate percorrevano le strade cittadine. Le processioni ebbero poi grande impulso verso la fine del 1700, durante la dominazione spagnola nel Regno di Napoli e per influsso dei padri Gesuiti. Da qui le sfilate si arricchirono con i simboli delle Confraternite, inserendo anche i famosi “Misteri” o “Martiri”. In seguito vennero aggiunte la statua della Madonna Addolorata e la statua del Cristo Morto portate a spalla e a chiusura il coro del “Miserere”.
Ogni anno durante le settimane che precedono la Santa Pasqua tutte le Confraternite locali continuano questa secolare tradizione.
Da Torca a Vico Equense si contano circa venti processioni, ognuna di queste è rappresentata dalla propria Confraternita che si distingue e si differenzia per il proprio statuto, titolo e saio. Il saio chiamato anche “cappa” o “sacco” è il simbolo identificativo per eccellenza. Il suo colore e la sua forma non sono casuali né possono essere cambiati, perché permettono di riconoscere un certo tipo di confraternita con i suoi indirizzi specifici: il bianco ricorda i primi sacchi indossati dai flagellanti nel medioevo, apparteneva alle confraternite votate al culto e alla preghiera. Il nero, il colore simbolo della terra, era proprio dei sodalizi che erano preposti alla cristiana sepoltura dei cadaveri. Il rosso, simboleggia la divinità, caratteristico della Confraternita della Trinità dei Pellegrini, fondata da San Filippo Neri, era indossato da chi dava assistenza ai pellegrini, ai viaggiatori e ai convalescenti. La processione del Giovedì Santo ricorda l’istituzione dell’Eucarestia durante l’Ultima Cena in cui Gesù lavò anche i piedi ai suoi 12 Apostoli, tale avvenimento si rinnova con il rito della “Lavanda dei piedi” e con la suggestiva visita ai “Sepolcri”. Ma nella mentalità popolare la Processione Bianca rappresenta Maria alla ricerca del Figlio catturato e condannato a morte. Il Venerdì Santo è un giorno di dolore per la Chiesa, perché si ricorda la morte in croce di Cristo sul Calvario. La statua della Madonna Addolorata segue piangente il Figlio morto.
Il rituale della preparazione delle processioni comincia dall’inizio della Quaresima, se non prima, le varie confraternite e i confratelli sono impegnati in un lavoro meticoloso sulla preparazione dell’allestimento della processione: esse spaziano dalla lucidatura dei lampioni, dei turiboli e delle navette, alla verifica della buona condizione dei “martiri”, alla sistemazione delle vesti per ordine di altezza, queste ultime ogni anno vengono lavate e stirate, affinchè risultino sempre perfette. A tutto ciò si aggiunge la scelta della banda incaricata di precedere il corteo. Diverse ore prima dell’uscita della processione tutti i partecipanti si riuniscono nelle varie chiese per prepararsi: vengono decisi l’ordine dei cortei, la scelta delle posizioni da assegnare a ciascun simbolo della Passione.
Il Giovedì e il Venerdì Santo, subito dopo la Messa in “Coena Domini” effettuata fuori dal Sagrato, le solenni processioni partono dalle varie Chiese dei propri Comuni, ad orari diversi. I suoni dei tamburi e delle trombe aprono il corteo degli incappucciati annunciando il loro arrivo, che sfilano nel silenzio del buio delle strade della penisola con i sai bianchi, neri, rossi e viola, con i medaglioni raffiguranti le varie Confraternite, con le lampade e fiaccole accese e i simboli della Passione, i cosiddetti “Martiri”, al canto dell’Inno lacerante del “Miserere” e dalle marce funebri suonate dalle bande musicali, con la statua della Madonna Addolorata e del Cristo Morto portata a spalla. Ogni Confraternita si differenzia dalle altre per qualche tratto caratteristico suo proprio.
A Torca e Massalubrense le processioni partono entrambi la sera del Venerdì Santo, i partecipanti indossano il saio nero. Quella di Torca, frazione di Massalubrense, è organizzata dalla Confraternita di San Filippo Neri (sorta nel 1696 come “Oratorio”, sotto la protezione della Madonna del Rosario) è accompagnata da un coro di voci bianche che intona l'inno “Al Calvario” stesso testo della Confraternita del SS. Crocifisso di Meta. Quella di Massalubrense è organizzata dall’Arciconfraternita Morte ed Orazione (sorta nella prima metà del XVII secolo), dal 1996 ha ripreso a curarne in proprio la piena organizzazione. In questi ultimi anni è stato aggiunto il coro femminile, in uniforme blu scuro o nera, che intona il “Figlio mio” ed è seguito dal canto struggente del “Miserere”.
A Sorrento si svolgono tre processioni organizzate dalle tre Confraternite della parrocchia della Cattedrale e la processione del borgo di Marina Grande. Il primo corteo che parte il Lunedì Santo sera è quello della “processione dell’Addolorata Madre” organizzata dalla Confraternita di San Giovanni in Fontibus che parte dalla Chiesa di Sant’Anna nel borgo di Marina Grande di Sorrento, con la statua dell’Addolorata e prosegue il peregrinaggio lungo le strade del centro storico di Sorrento preceduta dalla banda musicale che accompagna il coro femminile che esegue l’inno “Mira la stanca Madre”.
Sempre a Sorrento dal 1995 i riti della Settimana Santa si sono arricchiti con una suggestiva Via Crucis, con quadri viventi, organizzata dalla Confraternita di San Pietro e Santa Eufemia della parrocchia di Santa Lucia in occasione del Martedì Santo sera.
Il corteo del Giovedì Santo sera è organizzato dall’Arciconfraternita del Santissimo Rosario (fondata nel 1630 sotto l’autorevole patrocinio dei frati domenicani). Dopo oltre trent’anni ha ripreso l’antichissima abitudine di organizzare la processione alla visita agli Altari della Reposizione allestiti nelle principali chiese cittadine. Il suo svolgimento è stato interrotto a partire dalla seconda metà degli anni quaranta del Novecento fino all’ultimo scorcio del XX secolo. I Confratelli, in saio domenicano, bianco e nero, cinti da una corona del rosario (uniforme già in uso fin dal XVII secolo), partono dalla Chiesa del Rosario e fanno visita, dopo la messa, ai “Sepolcri”. A caratterizzare questa processione, non è solo la visita agli Altari della Reposizione, ma anche la recita del Rosario Eucaristico, dove il popolo, non si limita ad assistere al corteo che sfila, ma lo segue e partecipa alla recita del Rosario. A partire dal 2016 il corteo è preceduto da una banda che intona marce funebri e non è accompagnata dal canto del “Miserere”.
La processione bianca nota come “processione dell’Addolorata” che si svolge durante la notte del Venerdì Santo parte dalla Chiesa dell’Annunziata, è organizzata dai Confratelli della Confraternita di Santa Monica (fondata nel 1439) e rappresenta l’uscita di Maria alla ricerca del Figlio catturato e condannato a morte. La Statua della Madonna viene portata in visita ai “Sepolcri” nelle chiese principali della città. I Confratelli sfilano con il saio bianco e hanno come segno distintivo la cintura in pelle, che fa riferimento alla devozione per Santa Monica. La processione si apre con la banda ed è accompagnata da un coro di voci bianche e chiusa dal “Miserere” a quattro voci.
La processione nera nota anche con il nome di “processione del Cristo Morto” che esce la sera del Venerdì Santo è la più antica e la più famosa tra quelle che si svolgono in Penisola Sorrentina. E’ organizzata dalla Confraternita dei Servi di Maria ed Arciconfraternita della Morte e Orazione (secolare Confraternita di San Catello le cui origini risalgono alla fine del 1300) e parte dalla Chiesa dei Servi di Maria. Oltre alla statua della Vergine vestita a lutto, viene portato il simulacro del Cristo Morto (statua molto antica) preceduta dal canto del “Miserere” che intona le note del Salmo 50.
Anche a Sant’Agnello si svolgono tre processioni. Il Giovedì Santo sera, parte dalla Chiesa di San Giuseppe la solenne processione organizzata dalla Confraternita del Santissimo Cuore di Maria e di San Giuseppe detta “dei Giuseppini” (sorta nel 1873), gli incappucciati sfilano con i sai bianchi, le mantelle viola e al petto pende un medaglione che raffigura San Giuseppe, al canto dell’inno “Mira quel dolce volto” accompagnato dalla banda musicale e dal “Miserere Gregoriano” con la statua del Cristo Orante e portano onorificenze ai Sepolcri del paese. L’altra Confraternita, l’Arciconfraternita del SS. Sacramento e Natività di Maria Vergine (fondata nel 1424) organizza la seconda processione nella notte del Venerdì Santo, nota come la “processione dell’Addolorata” che va in cerca del Figlio in visita ai “Sepolcri” nelle principali chiese del paese. Caratteristica di questo corteo e il coro femminile che canta l’inno “Il Figlio mio” accompagnato dalla banda musicale e il “Miserere Verdiano”. Gli incappucciati sono vestiti col saio bianco con mantelle azzurre e trasportano la statua dell’Addolorata. Il terzo corteo é invece organizzato, la sera del Venerdì Santo, dalla Confraternita del Pio Monte dei Morti dei SS. Prisco ed Agnello (fondata nel 1642). I sai indossati dagli incappucciati sono di colore nero e mantelle rosse, recano in processione la statua del Cristo Morto, il corteo è aperto dal coro dei bambini che intona l’inno “Deh Popoli” (introdotto agli inizi del XX secolo), mentre il coro del “Miserere” fu aggiunto a partire dall’anno 1975.
A Piano di Sorrento si svolgono varie processioni. Il Martedì Santo sera la prima processione che sfila per le strade del paese è quella della Congrega dei Luigini dello storico Oratorio di San Nicola (fondata nel 1875) con saio bianco è accompagnata dal coro femminile. Il Mercoledì Santo si tiene per le vie di Piano di Sorrento anche la tradizionale Rappresentazione storica della Passione di Cristo.
Il Giovedì Santo sera esce l’Arciconfraternita della SS. Annunziata (fondata nel 1608) vestita di bianco con il coro che canta “Genti Tutte”. La Confraternita della Morte ed Orazione (fondata nel 1629) esce in processione sia la notte che la sera del Venerdì Santo (processione dei “Sepolcri” e del “Cristo Morto”) dalla Chiesa di San Michele vestita di nero con il coro delle voci bianche che canta l’inno Il “Calvario” ed il “Miserere” accompagnato da una banda musicale. La Confraternita della Purificazione di Maria Santissima (fondata nel 1566) a Mortora organizza due processioni penitenziali la notte e la sera del Venerdì Santo: quella della “Visita ai Sepolcri” e quella del “Cristo Morto” vestita di bianco con i guanti neri, il coro femminile e quello maschile che hanno lo stesso testo di quella di Sant’Agnello, solo il Venerdì sera viene aggiunto il coro dei bambini e un gruppo di personaggi in costume (soldati romani e pie donne) che accompagnano il simulacro della statua del Cristo Morto e la statua della Madonna Addolorata. L’Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti (fondata nel 1573) a Trinità è la più antica Confraternita di Piano di Sorrento, si distingue per il saio rosso con bordi dorati, mantellina, cappuccio penitenziale, guanti, cordone dello stesso colore, gonfalone con stemma di San Filippo Neri e stemma del sodalizio, organizza due processioni penitenziali la sera del Giovedì Santo e la sera del Venerdì Santo: quella della “Visita ai Sepolcri” e quella del “Cristo Morto” accompagnata dal coro femminile e dal “Miserere”. Inoltre organizza anche una “Via Crucis” vivente.
A Meta vengono organizzate 4 processioni: il Lunedì Santo, ogni due anni, si tiene la Rappresentazione Storica “La Via della Croce", che ripercorre i momenti più intensi della Passione di Cristo.
L’Arciconfraternita della SS. Immacolata (fondata nel 1590) esce in processione dalla Chiesa di Santa Maria del Lauro vestita di bianco (detti Paputi) la sera del Giovedì Santo e fa visita ai “Sepolcri” accompagnata dal coro femminile e dal “Miserere Verdiano”. L’Arciconfraternita del SS. Crocifisso e Pio Monte dei Morti (fondata nel 1633) organizza due processioni sia la notte che la sera del Venerdì Santo vestita di nero. La prima va a rendere omaggio agli Altari della Reposizione (processione della Madonna Addolorata) e la seconda è quella del “Cristo Morto”. Entrambe le processioni sono seguite da tre cori: il coro maschile che canta il “Miserere Verdiano”, il coro di voci bianche che intona gli inni “Il Calvario” e “Ecco d’Amor la Vittima”, mentre il coro femminile canta “Stava Maria Dolente”.
A Vico Equense il Venerdì Santo l’Arciconfraternita dell’Assunta e Monte dei Morti (fondata nei primi anni del secolo XVII dai padri Teatini) organizza con cadenza biennale la sua processione, caratteristica che la contraddistingue e quella di utilizzare il saio di colore viola perché l’Arciconfraternita decise di seguire le direttive del Concilio Vaticano II che poneva come colore della passione non più il nero ma il viola. Qui vengono portate in processione le statue dell’Addolorata e del “Cristo Morto” e un Ecce Homo accompagnate dal coro delle voci bianche e dal “Miserere” a quattro voci. Infine L’Arciconfraternita Morte ed Orazione (fondata intorno al 1718) di Seiano, organizza ogni tre anni il suo corteo. Il Venerdì Santo sera parte il corteo, percorrendo la strada statale e giunge fino a Vico Equense. Tale processione è composta da incappucciati vestiti di rosso ed altri vestiti con abiti d'epoca. Caratteristica è poi il coro che cantano l’inno "Deh! Piangi tu Getsemani l'afflitto Redentore", la processione rievoca anche la Passione e la Morte di Gesù.